giovedì 2 aprile 2020

step #6: LETTERATURA NARRATIVA

Ricordando la definizione introdotta nei post precedenti, si utilizza il verbo divertire quando un determinato oggetto, idea o fatto ci interessa piacevolmente, o attrae la nostra attenzione, distraendo la mente e l'animo da preoccupazioni e affanni.
In quest'ottica possiamo affermare che una delle opere che rappresentano al meglio l'azione in questione è il Decameron di Boccaccio.

Decameron (novelle scelte) - Audiolibro - Boccaccio Giovanni ...

Il Decameron, come dice il titolo stesso, è una raccolta di cento novelle raccontate in dieci giornate da un gruppo di dieci giovani che, per colpa della peste, sono stati costretti a rifugiarsi in una villa di campagna. E' stato composto tra il 1349 e il 1353, anche se probabilmente alcune di queste novelle circolavano già da tempo. L'opera comprende anche una cornice narrativa che racconta le vicende dei dieci ragazzi nella villa campagnola, rappresentata in questo caso come un locus amoenus (Eden) in confronto alla Firenze devastata dalla peste.

Ogni giorno il gruppo elegge un re o una regina che deve scegliere quale sarà il tema che dovranno seguire le novelle di tutta la giornata. Queste mettono alla luce i valori fondamentali della visione Boccacciana della società dell'epoca: il Caso, la Fortuna, l'Ingegno, la Natura e l'Amore.
Quest'ultimo è il tema principale su cui si basa la maggior parte delle novelle, che infatti sono arricchite da abbondanti eufemismi e doppi sensi per riportare alla sfera sessuale. Viene rappresentato come un istinto naturale che unisce uomo e donna, al quale perciò è impossibile opporsi: accettare l'amore significa riuscire ad elevare l'animo umano. Dal punto di vista dell'autore quindi non c'è nulla di vergognoso o lussurioso.
Anche l'avventura, il "motto" e la "beffa" sono elementi molto utilizzati perchè mettono alla prova ed esaltano l'ingegno umano.

Ma perchè il Decameron rappresenterebbe al meglio il divertimento?
Possiamo trovare la risposta leggendo il proemio, dove Boccaccio esprime la sua idea riguardo alla funzione della letteratura.

Nella qual noia tanto rifrigerio già mi porsero i piacevoli ragionamenti d'alcuno amico le sue laudevoli consolazioni, che io porto fermissima opinione per quelle essere avvenuto che io non sia morto.
...
E per ciò che la gratitudine, secondo che io credo, trall'altre virtù è sommamente da commendare e il contrario da biasimare, per non parere ingrato ho meco stesso proposto di volere, in quel poco che per me si può, in cambio di ciò che io ricevetti, ora che libero dir mi posso, e se non a coloro che me atarono alli quali per avventura per lo lor senno o per la loro buona ventura non abbisogna, a quegli almeno a qual fa luogo, alcuno alleggiamento prestare.

Lo scopo dell'opera è quindi di intrattenere piacevolmente il lettore e di distrarlo alleviando le sue sofferenze private. Questa concezione innovativa della letteratura deriva dalle esperienze personali dell'autore: egli infatti, tempo prima, aveva sofferto profondamente per amore e solo le consolazioni di alcuni amici erano riuscite ad alleviare il dolore. Egli vuole quindi seguire il loro esempio e rivolge l'opera in particolar modo alle donne. Boccaccio infatti sostiene che, al contario degli uomini, il gentil sesso non abbia molte possibilità di svago e che possa trovare conforto solo leggendo.
Queste sue idee si possono riscontare anche nel contenuto del Decameron: come le donne, anche in dieci ragazzi protagonisti non hanno molte possibilità di sfogo e cercano quindi di svagarsi narrando novelle. In questo modo sollevano il pensiero dalla tragedia che stanno vivendo e creano un nuovo equilibrio nella propria vita.

Per leggere il proemio per esteso: https://www.classicistranieri.com/llhtml/Boccaccio%20-%20Decamerone/proemio.htm 

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